Un provvedimento legislativo promesso e atteso da tanto tempo è stato approvato ieri al Senato della Repubblica: l’omicidio stradale è legge dello Stato. Un sì arrivato a Palazzo Madama in quinta lettura, con 149 voti a favore, 3 contrari e 15 astenuti come riportano le cronache parlamentari tra cui quella dell’Ansa. Un iter articolato e complesso che si è concluso in Senato con l’ok definitivo sul ddl su cui il governo aveva posto la questione di fiducia.
La principale novità del provvedimento riguarda appunto l’introduzione dell’omicidio stradale che diventa un reato a sé, graduato su tre varianti. Nell’ipotesi base resta la pena in vigore già oggi (da 2 a 7 anni) quando la morte sia causata violando il codice della strada. Con le nuove regole introdotte, però, chi uccide una persona guidando in stato di ebbrezza grave – con tasso alcolemico superiore agli 1,5 grammi per litro o sotto effetto di droghe – rischierà dagli 8 ai 12 anni di carcere. L’omicida stradale il cui tasso alcolemico superi gli 0,8 grammi per litro oppure abbia causato l’incidente per condotte giudicate di particolare pericolosità – eccesso di velocità, guida contromano, infrazioni ai semafori, sorpassi azzardati e inversioni a rischio – sarà punito con la reclusione da 5 a 10 anni. La pena può aumentare della metà nel caso che a morire sia più di una persona: quindi il massimo della pena applicabile per l’omicidio stradale è 18 anni di reclusione.
Il relatore sul progetto di legge alla Camera – e coordinatore dell’intergruppo parlamentare per la Mobilità Nuova – onorevole Paolo Gandolfi (Pd) è soddisfatto: “L’omicidio stradale è legge. Ora l’Italia si avvicina all’Europa e sembra prendere sul serio il tema della sicurezza stradale e della giustizia per le vittime degli incidenti. Per gli italiani con meno di 50 anni gli incidenti stradali sono in assoluto la principale causa di morte, questo è anche dovuto alla sottovalutazione dei rischi di certi comportamenti di guida. Le vittime della strada sono in aumento e lo sono soprattutto i pedoni e i ciclisti nelle città. La strage quotidiana va fermata e questa legge è uno dei passi da fare, ora ce ne attendono altri, approvando la Riforma al Codice della Strada”.
Il provvedimento era atteso anche dalle tante associazioni di familiari di vittime della strada, che hanno accolto positivamente la novità. Alfredo Giordani, coordinatore di Vivinstrada – Rete di associazioni per la sicurezza stradale, è cauto e stempera gli entusiasmi: “Dopo l’introduzione del reato di omicidio stradale, che vale per casi limitati e con un effetto deterrente ancora da dimostrare, è urgentissimo intervenire per creare cultura della strada oltre a promuovere e imporre comportamenti e strutture per la condivisione pacifica degli spazi pubblici stradali”.
Nello specifico ecco quali sono le pene previste dalla nuova norma sull’omicidio stradale:
Fonte: bikeitalia.it 3 marzo 2016